APPROCCIO concettuale della migrazione ad un sistema modern-erp

Antonio Tangaro
Cloud Computing
July 14, 2020

Modernizzare le applicazioni è un percorso necessario da compiere per completare la trasformazione digitale, e migrare verso applicazioni cloud-native, più agili e improntate sul paradigma DevOps. È fondamentale intraprendere la giusta strategia, utilizzare i servizi corretti, strumenti e tecnologie di modernizzazione applicativa.

L’approccio di Engineering alla Trasformazione Digitale è suddiviso su due livelli:

⦁ Framework per l’indirizzamento organizzativo ed architetturale dei percorsi di Trasformazione Digitale, registrato come RUN/4Digital;

⦁ Metodo operativo per la gestione dei processi di Trasformazione Digitale, registrato come ENGILE.

RUN/4Digital

Il Framework RUN/4Digital (di seguito R4D) abbraccia i concetti fondanti della BIMODAL IT: definito da Gartner come “la pratica di gestire due stili di lavoro distinti ma coerenti: uno incentrato sulla prevedibilità, l'altro sull'esplorazione”. La prima modalità di lavoro, incentrata sulla “prevedibilità”, è orientata alla stabilità, all’efficienza e prevede opportune scelte tecnologiche per la gestione core dei processi. Con la seconda modalità di lavoro, incentrata “sull’esplorazione”, Business e IT esplorano e sperimentano insieme per innovare e risolvere nuove sfide, trasformando rapidamente nuove idee in applicazioni.

Con questo obiettivo il Framework governa due modalità di delivery IT:

⦁ Stabilità, intesa come robustezza ed affidabilità dei domini fondamentali per i processi nei sistemi di back-end.

⦁ Agilità, intesa come possibilità di adattare agevolmente e rapidamente la gestione dei propri processi da parte dell’Azienda, mantenendo l’allineamento necessario con le esigenze di mercato e sfruttando in maniera ottimale le tecnologie intelligenti (Machine Learning, IOT, Blockchain, Analytics etc.).

⦁ Il valore del Cliente consiste nel modo unico in cui produce e fornisce i propri servizi; questa unicità si riflette nei propri processi gestionali che, a buona ragione, possono non seguire specifici standard di mercato, ma che di questi standard necessitano per una gestione evoluta.

Il Framework R4D esalta queste unicità, che di seguito vengono definite “Key Differentiator (KD)”, valorizzandole agilmente nel percorso di Trasformazione Digitale, predisponendo e garantendo stabilità nell’adozione delle nuove suites Digitali.

Il Framework R4D identifica un’organizzazione architetturale dei sistemi raggruppandoli in tre strati fondamentali:

⦁ Il Domain Layer è l’insieme di entità organizzate in uno o più sistemi IT, a supporto dei processi, e si identifica nei sistemi di back-end. In questo strato, assecondando l’orientamento del Framework R4D, si ha la possibilità di adottare le nuove Suites Digitali in maniera standardizzata, così da utilizzarle più facilmente sotto forma di Servizio in Cloud.

I sistemi di Back-end devono, soprattutto se ci si rivolge all’utilizzo di soluzioni di tipo SaaS, per loro natura, essere utilizzati in maniera standard, proprio perché, rispondendo alla loro natura di prodotti digitali, sono soggetti a processi di continua evoluzione. Inoltre, come normalmente accade per i sistemi di tipo ERP, devono poter rispondere alla loro caratteristica fondamentale: supportare la gestione dei processi garantendo l’integrità e l’integrazione del dato.

⦁ L’Habilitation Layer è l’elemento di abilitazione alle tecnologie intelligenti, si identifica con la Piattaforma Digitale, attraverso la quale è possibile utilizzare servizi di tipo PaaS (Platform-As-A-Service). Con la guida del Framework R4D, ed il conseguente utilizzo di soluzioni PaaS, si stabilisce la corretta architettura che consente di: disaccoppiare le estensioni che si rendono eventualmente necessarie per una gestione personalizzata del processo, rendere queste stesse immediatamente e progressivamente fruibili come soluzioni molto evolute e Digitali, integrare la gestione dell’Amministrazione con tutto il Mondo sia interno che esterno, facilitare l’adozione di servizi Digitali standard per il dominio dei processi nei sistemi di back-end.

⦁ Il Value Layer è l’insieme dei Touch Point per la raccolta e la gestione intelligente degli Experience Data. E’ l’elemento che si aggiunge ad aumentare la possibilità di creare valore, fornendo servizi, sempre utilizzabili in forma SaaS, che gestiscono uno strato di dati diverso da quelli operazionali, ovvero i dati di esperienza, ricavandone informazioni utili al miglioramento del servizio/prodotto, della qualità e delle performance. Anche questo può sfruttare le potenzialità dell’Habilitation Layer per eventuali estensioni o integrazioni.

L’architettura dei sistemi indicata da RUN/4Digital è riportata nel seguente schema:

Inoltre, il Framework R4D organizza il processo di Trasformazione Digitale in tre distinte componenti:

⦁ Strategical Design che ha il duplice scopo di identificare, da una parte, quelli che secondo il Framework vengono identificati come Key Differentiator da reingegnerizzare e digitalizzare; dall’altra, di facilitare l’adozione standardizzata delle nuove suites Digitali per il dominio dei processi nei sistemi di back-end. In questa fase viene anche definita la sequenza e la tempistica delle due componenti successive.

⦁ Agility Path che ha lo scopo di implementare e rendere operativa la reingegnerizzazione e digitalizzazione dei key differentiators approfittando dell’agilità dell’Habilitation Layer, e quello di predisporre le migliori condizioni per una adozione standardizzata delle nuove suites Digitali per la gestione dei sistemi di back-end.

⦁ Stability Path che ha lo scopo di standardizzare l’adozione delle nuove suites Digitali per la gestione dei sistemi di back-end, approfittando dell’utilizzo di Best Practice e/o di modelli di business nuovi.

⦁ L’approccio di Engineering, che unisce l’indirizzamento architetturale e le organizzazioni procedurali, consente di declinare in maniera ortodossa il concetto di Intelligent Enterprise, offrendo anche il vantaggio di una progressione nel raggiungimento dei risultati, con obiettivi ben definiti e raggiungibili nel tempo, i quali offrono risultati immediati e gradualmente semplificano la migrazione in cloud.

Si parte dall’identificazione dei Key Differentiator, cioè tutte quelle personalizzazioni che l’Azienda ha sviluppato per la gestione dei suoi processi e che non trovano corrispondenza nella Digital Suite. Questi KD vengono “smontati” dalla vecchia piattaforma ERP, reingegnerizzati e trasformati in nuove soluzioni digitali subito disponibili sulla piattaforma, abituando gradualmente l’utente all’utilizzo di nuovi strumenti digitali. Allo stesso tempo, il sistema ERP - alleggerito dalle sue personalizzazioni- risulta più facile da sostituire con soluzioni della Digital Suite di tipo standard.

La descrizione di questo percorso è riportata nel seguente schema:

ENGILE

I sistemi ERP sono software standardizzati e pertanto hanno un ciclo di vita diverso rispetto ad altri progetti di sviluppo software. Di solito sono sviluppati tramite l’approccio a cascata: un metodo lungo, sequenziale e lineare che finora ha garantito l’affidabilità dei sistemi ERP. Sebbene sia stata creata una cultura agile per il software che deve essere costruito da zero, può potenzialmente catalizzare il processo di personalizzazione nei sistemi ERP meglio del metodo a cascata.

Questo è il motivo per cui sempre più aziende stanno investendo nell’adozione di un approccio agile che consente sprint personalizzati. Mentre un approccio a cascata implicherebbe lunghe attese per distribuire e testare il software, l’agile consente agli sviluppatori di dare la priorità a determinate funzionalità e di implementarle in sprint veloci, generalmente della durata di due settimane.

La metodologia ENGILE di Engineering combina l'approccio innovativo dei metodi standard di Cloud-Adoption con alcuni elementi classici e robusti della tradizionale metodologia Waterfall, per fornire un approccio indirizzato a:

⦁ ridurre al minimo i rischi

⦁ migliorare il controllo

⦁ raggiungere gli obiettivi del progetto nei tempi previsti.

Una delle caratteristiche principali della metodologia ENGILE è quella di coniugare i paradigmi di adozione del cloud alle caratteristiche di dinamicità e flessibilità dei metodi Agili, lavorando con una logica nuova e dinamica orientata alla flessibilità. Non solo, significa anche ripensare l’organizzazione, con l’inserimento di nuove competenze, professionalità e modelli di presidio e governo delle competenze Cloud in azienda, e trasformare il modo di approcciare i progetti digitali, introducendo logiche agili e flessibili per cogliere appieno le opportunità di innovazione. Una trasformazione che, a partire dalla Direzione IT, pervade il business, modificando le modalità di relazione tra tutti gli stakeholder coinvolti.

Le fasi ENGILE sono riportate nel seguente schema:

Prepare: Project Environment Setup

⦁ Configurazione del sistema - con le best practice di prodotto

⦁ Standard di progetto, team e piano dettagliato

⦁ Kick-off

Design: Solution Design

⦁ Business Blueprint basato su un approccio Fit/Gap

⦁ Definizioni delle interfacce

⦁ Definizione di miglioramento personalizzata (se presente)

⦁ Definizione della strategia di migrazione dei dati

Realize: Solution Realization with sprint releases

⦁ Sprint incrementali

⦁ Processi aziendali 'Configura' / 'Aggiungi'

⦁ Sviluppo di miglioramenti su misura e di interfaccia

⦁ Formazione key users

⦁ Testare la migrazione dei dati

⦁ E2E & UAT Test

Deploy: Final Preparation and Go-Live

⦁ Formazione per l'utente finale

⦁ Piano di Cut-Over

⦁ Strategia Go Live

⦁ Go-Live

Run: Support and application monitoring

⦁ Supporto per Post Go Live

⦁ Transizione AMS

ENGILE: punti salienti

ENGILE va oltre il classico approccio a cascata, analizzando un approccio iterativo agile per rilasciare progressivamente una serie di funzionalità raggruppate in business-case (workshop/test case).

Ogni iterazione, chiamata "Sprint", perfeziona gradualmente la soluzione attraverso un ciclo di contingente ↔ di convalida.

Il 1st Sprint (fase di progettazione) sfrutta un sistema di Best Practices (fornite eventualmente dal product vendor) e fornisce un Business Blueprint basato su un'analisi Fit/Gap. Le possibili lacune sono elencate e prioritarie (elenco WRICEF).

Gli Sprint 2nd e 3rd (fase di realizzazione) compilano il sistema di destinazione.

Dettagli fasi Engile:

Gli argomenti seguenti illustrano in dettaglio, per ogni fase di ENGILE:

⦁ Attività

⦁ Risultati finali

⦁ Punti chiave dell'innovazione, rispetto ai classici a cascata e agli approcci agili flessibili

Nella metodologia ENGILE, le responsabilità relative alle attività sono chiaramente definite.

In conclusione, il processo di modernizzazione è da considerarsi un viaggio. È dunque importante avvalersi anche di system integrator con precise competenze, in grado di amministrare, in coordinamento con l’azienda utente, la delicata transizione che sposta il baricentro della direzione IT, dalla gestione della tradizionale complessità tecnologica all’interno del data center, verso il ruolo di esperto gestore dei contratti cloud, man mano che l’organizzazione in questione adotta i moderni paradigmi PaaS e SaaS. System integrator, quindi, con capacità indispensabili per accompagnare e aiutare i manager dell’IT a compiere un cruciale ‘cambio di pelle’ nel processo di evoluzione delle proprie competenze professionali verso il modello cloud, e ancor più, in grado di entrare nell’organizzazione del cliente come partner e sempre meno come fornitore, in grado cioè di garantire il giusto grado di adeguamento alle nuove tendenze, accompagnando l’IT nel delicato ruolo di orchestratore nell’utilizzo degli adeguati strumenti per il governo personalizzato dei processi.

Antonio Tangaro https://www.linkedin.com/in/antoniotangaro/

Michele Zingarelli https://www.linkedin.com/in/michele-zingarelli-a406b19/

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Per saperne di più:

Il Metodo Run/4Digital lo scorso novembre è stato presentato all’ultimo SAP NOW ed al link di seguito è possibile leggere l’articolo pubblicato dal Network Digital 360:

https://www.industry4business.it/cloud/engineering-una-strategia-per-lintelligent-enterprise-una-metodologia-per-sap-s-4hana/

Antonio Tangaro
Cloud Advisory Consultant presso Engineering Ingegneria Informatica Spa

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